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Immagine del redattoreValentina Ganz

Hortus Mirabilis: l'incanto in un angolo di Trastevere


La serra tropicale

Undici agosto, martedì, Roma. Mi rendo conto che non ho mai visitato l'orto botanico, devo rimediare al più presto. E' caldo, ho dimenticato il cappello, mi inoltro svelta sui sampietrini di Trastevere sfidando la resistenza delle caviglie. Passata la Villa Farnesina svolto a destra e me lo ritrovo lì, leggermente defilato: l'ingresso all'orto botanico di Roma è discreto, ti lascia intravedere il Gianicolo su cui si inerpica senza particolari effetti speciali. E invece... Avevo letto che 90 minuti potevano essere sufficienti per una buona visita. In un'ora e mezza ho visitato metà orto botanico. Se poco poco amate le piante, mettete in conto 3 ore, se siete fanatici del regno vegetale, programmate di arrivare all'apertura e farvi buttare fuori in serata, che è esattamente quello che farò io la volta prossima.


Il Verbasco o Tasso barbasso, espettorante ed emolliente

Avviso per i miei studenti: l'orto botanico di Roma è un'ottima occasione per studiare e ripassare la fitoterapia. L'Università La Sapienza gestisce in modo encomiabile questo luogo, con particolare attenzione all'area dedicata alle piante officinali, il Giardino dei Semplici. Per ogni pianta sono descritte le proprietà principali: un ottimo modo per studiare, ripassare, approfondire, rendersi conto di come si presenti in natura il rimedio che consigliamo.



Da sinistra a destra: Grindelia robusta, rimedio balsamico, espettorante, antinfiammatorio e antispasmodico, Consolida maggiore (uso esterno), rimedio vulnerario, antiecchimotico, emolliente, astringente, analgesico, Citronella, repellente per zanzare e... protagonista dell'estate.



Entro nella serra tropicale. L'umidità è superiore a 80%, in confronto Roma in agosto è l'Alaska. L'aria profuma di radice di Liquirizia. Mi inoltro nel verde, su per la scala che permette di ammirare la straordinaria biodiversità di questa collezione. Sono sola, i colori, le forme bizzarre, sono di una bellezza soverchiante. Penso ad Alexander von Humboldt, il naturalista e botanico tedesco, che nel 1800 per quattro mesi esplora i territori del Rio Orinoco, selvaggio e inviolato. I fiori dell'Helicornia rostrata (foto centrale in alto) sembrano proprio uccelli esotici.


La serra Corsini, meravigliosa collezione di Cactaceae, Agavaceae, Euphorbiaceae e Crassulaceae.


Altro momento di meraviglia: la serra delle piante carnivore! Poi, non lo fanno per cattiveria a nutrirsi di insetti, anche qui è una questione di adattamento all'ambiente ostile. Le trappole delle Nephentes (al centro) e della Drosera (a destra) sono pronte a entrare in azione. Le Nephentes attirano nelle loro trappole (foglie modificate) gli insetti, per poi digerirli, la Drosera (importante rimedio balsamico) presenta colorati tentacoli collosi, in cui la preda resta intrappolata. La foglia tentacolare si ripiega poi lentamente, mentre gli enzimi digeriscono l'insetto. Roba da film dell'orrore...



Gli alberi, grandi protagonisti di questo meraviglioso giardino. Le palme, fra le collezioni più importanti dell'orto botanico, immense. Il boschetto di Ginkgo biloba (sotto), le cui foglie a forma di ventaglio sono fra le più belle al mondo. Piante secolari, utilizzate in fitoterapia (rimedio importantissimo soprattutto per promuovere la microcircolazione), fossile vivente che risale al giurassico.


E la scoperta continua: Wollemia nobilis, conifera rara ritenuta estinta fino al 1994, rinvenuta in Australia.

Wollemia nobilis

E non finisce qui. Il bosco del Mediterraneo, le querce da sughero, la collezione di bambù, il roseto, il giardino giapponese, la serra monumentale: sono innumerevoli i motivi di scoperta e meraviglia dell'orto botanico di Roma. Un'immersione nel potere curativo del verde, consigliato ad ogni età.










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